Una piacevole confusione
Bentornatə o benvenutə a Posta Lenta, la newsletter per chi ha bisogno di concentrazione per distrarsi.
Gennaio è alle finalmente spalle, o forse sarebbe meglio dire sulle spalle. Come spesso succede, è stato un mese lungo, da scalare. Sono riuscito a sottrarmi alla corrente da nuovo inizio, concedendomi il tempo di eludere aspettative e scadenze. Non chiudermi in uno steccato di propositi e progetti ha lasciato spazio per pensare e per procedere a vista, almeno per un po’. Ho provato ad assecondare il bisogno di vuoto e mi sono reso conto che è piacevole, se sai che è momentaneo.
Nelle scorse settimane, poi, il termometro di New York ha messo a dura prova qualsiasi desiderio di certezza, regalando pioggia, gelo, umidità e, dopo settecento giorni, neve. C’è stata una mattinata a Central Park che mi porterò dentro per un po’. Il cielo era finalmente limpido. La neve dei giorni precedenti si era compattata in lastre di ghiaccio che sembravano coprire ogni spazio di parco a disposizione. Faceva freddissimo e non c’era quasi nessuno. Le poche persone che incontravo procedevano lente, tenendosi il più possibile ai bordi dei sentieri. Si avanzava facendo passettini rigidi, di tanto in tanto pattinando per sbaglio sul ghiaccio, con il rischio di fare brutte cadute.
Il cielo senza una nuvola e la terra gelata risplendevano, facendo bene e male agli occhi. Ormai conosco il parco abbastanza bene, eppure nel suo aspetto lunare mi sembrava un territorio inesplorato, dove muovermi con stupore e cautela, in preda a una piacevole confusione. Sono arrivato fino al Belvedere Castle, provando un piccolo e sciocco senso di conquista. Oltre a me, c’era solo qualche turista dall’aria meravigliata.
Cercando di essere più indulgente con me stesso, alla fine sono riuscito ad affrontare gli impegni di scrittura con maggiore serenità. In questo modo, ho terminato la revisione del nuovo romanzo, alternando momenti di piacere ad altri di frustrazione. Come ho scritto in altre occasioni, questa storia mi sta accompagnando da troppo tempo. Siamo diventati come quei compagni di viaggio che si conoscono molto bene e che, anche se non vorrebbero ammetterlo, stanno esaurendo la pazienza, concedendosi sempre più spesso segnali di insofferenza reciproca.
Per fortuna, la lavorazione così lunga non ha logorato l’affetto che provo per i personaggi e per la storia. Anzi, forse parte della frustrazione è dovuta proprio al desiderio di volerli condividere al più presto. Dopo questa revisione, credo di essere arrivato al punto in cui potrei solo peggiorare le cose, se mi ostino a sistemare qua e là. Mi concederò un’ultima lettura su carta per inserire qualche intervento, poi dovrò lasciare questa storia libera.
Grazie all’esperienza con il gruppo di beta-reader, la voglia di condividere il nuovo romanzo sta prendendo il sopravvento sui dubbi e sui ripensamenti. Tra l’altro, rivelare qualche dettaglio mi ha effettivamente aiutato a concludere l’editing, perciò non vedo l’ora di mettere la parola fine alla revisione per cominciare a parlarti davvero di questa storia. Presto, poi, dovrei avere novità anche su “La chimica dell’attimo”, perciò spero di poter scrivere qualcosa già nelle prossime newsletter. Nel frattempo, se c’è qualcosa che ti incuriosisce riguardo alla storia, ai suoi personaggi, o al processo di scrittura in sé, chiedi pure. Mi aiuterai a capire come iniziare a raccontare.
Il tuo gennaio, invece, come è stato? Parlami di una cosa che ti è piaciuta e che vorresti portarti dietro per il resto dell’anno.
A presto,
Andrea
🗽 Newyorkesità
L’altro giorno ero dalle parti del World Trade Center e ho notato alcune persone mettersi in posa vicino a una serie di sculture in bronzo. Mi sono avvicinato, incuriosito. C’era un cane che giocava a scacchi con un rinoceronte, una coniglia che leggeva un libro e giraffe, leoni, gorilla ed elefanti in sella a un enorme tandem.
Ho scoperto che si tratta di A Wildlife for Wildlife, un insieme di opere della coppia di artisti Gillie and Marc, moglie e marito, celebri per i personaggi di Rabbitwoman e Dogman, coniglia e cane dall’aspetto antropomorfo. Le loro sculture sono presenti in duecentocinquanta città e raffigurano spesso animali da salvaguardare, come i rinoceronti, ritratti in pose “umane”. Questa istallazione pubblica è a New York dallo scorso anno e ci rimarrà fino al prossimo maggio.
📚 Che mi leggo?
Rispetto allo stesso periodo di un anno fa, sto leggendo meno. Non so se meglio o peggio, soltanto meno. Anche per la lettura, evidentemente, mi sto concedendo più tempo. Tra i libri letti, ti segnalo Baumgartner di Paul Auster, di cui forse avrai sentito parlare. Racconta la quotidianità di un uomo di settant’anni, alle prese con la vedovanza e con il resto della vita ancora da vivere. Il racconto si concede di scendere nei ricordi, attraversandoli con piglio minuzioso, anche quando sono dolorosi. È un romanzo breve e malinconico, con uno di quei finali di cui è bello chiacchierare.