Aspettative
Bentornatə o benvenutə a Posta Lenta, la newsletter da leggere quando non vuoi controllare l'ora.
In questi giorni di fine anno, mi sento trascinato dalla corrente dei bilanci e dei buoni propositi. Anche se vorrei nuotare via, finisco per impormi obbiettivi, riflessioni, d’ora in poi, di più e mai più. In questo senso, le passeggiate per la città sono al tempo stesso un aiuto e una trappola. Camminare lungo l’Hudson River, con il sole che tramonta verso il New Jersey, è un buon tentativo per lasciarmi i pensieri alle spalle. Allo stesso tempo, le strade di Manhattan diventano anche il luogo in cui farmi raggiungere da altre idee, in un continuo inseguimento dove non capisco mai chi fugge e chi rincorre.
Sempre con lo sguardo puntato verso le colonne d’Ercole della fine dell’anno, lavoro alla revisione del nuovo romanzo, dicendomi che finirò l’editing a breve. Dopo aver ricevuto i commenti, le impressioni e i suggerimenti dal gruppo di beta-reader, infatti, credevo che avrei fatto interventi mirati, del tipo entra, sistema ed esci. Invece sto rileggendo tutto, riga per riga, e procedo a rilento. Mi sono reso conto che faccio più fatica di quanto vorrei a uscire da questa storia. Tra una stesura e l’altra, ormai sono passati anni da quando ho immaginato il suo protagonista. Scrissi la prima scena del romanzo già sei anni fa, quando tutto era molto diverso: i personaggi, l’idea, la trama, io.
In tutto questo tempo, ho scritto, riscritto, cambiato, abbandonato, ripreso. La storia è stata paziente, mi ha assecondato. Nel mio piccolo delirio creativo, mi dico persino che i personaggi stiano cominciando a scalpitare, stufi di avere a che fare soltanto con me che ogni tanto mi affaccio su di loro. Ciò nonostante, dopo il primo preziosissimo riscontro ottenuto grazie alle letture in anteprima, continuo a concentrarmi più sulle debolezze che sui punti di forza, più su quello che non mi convince piuttosto che su quello di cui sono fiero. In un contesto simile, avere un anno pronto a finire mi fa comodo, perché mi indica un confine che non posso ignorare.
L’anno prossimo vorrei tornare a condividere storie. Alcune saranno un ritorno, come “La chimica dell’attimo”. Altre saranno nuove e non vedo l’ora di fargli prendere il largo, curioso di sperimentare nuove rotte. Eppure qualcosa ancora mi trattiene, suggerendomi dubbi a cui mi sforzo di non prestare attenzione. Anche per questo cerco di raccontare di più cosa accade “dietro le quinte”. Parlarti dei progressi con la scrittura del nuovo romanzo, infatti, mi obbliga a passare dalle parole ai fatti, perché non si alimentano aspettative per niente. In questa ultima Posta Lenta del 2023, dunque, ho deciso che prenderò un bel respiro e ti dirò qualcosa sul nuovo romanzo. Così non potrò più tenerlo solo per me e dovrò sbrigarmi a finire l’editing. Vado? Vado.
Valerio aveva realizzato il suo sogno, ma se l’è fatto scivolare dalle mani. Ora vive tenendosi al rifugio da nuove delusioni, in una tana tappezzata di rimpianti. Direttamente dal suo passato, però, arriva una notizia tanto sconvolgente quanto preziosa. Per Valerio è a tutti gli effetti una seconda possibilità, soltanto che è molto diversa da come la immaginava.
Solo condividere queste poche mi emoziona, perciò spero di poterti dire di più nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Con “La chimica dell’attimo” ho raccontato cosa succede alla nostra vita quando abbiamo finalmente l’occasione che sognavamo. Anche il nuovo romanzo parla di occasioni e di successo, ma racconta cosa ci accade quando ce lo lasciamo scappare. C’è un ulteriore dettaglio che posso aggiungere: in questa storia c’è tanta musica. Per scriverla ho creato ben due playlist su Spotify, che ho ascoltato e riascoltato quando avevo bisogno di non perdere la bussola. Tra le tante canzoni, ce n’è una che suona tra le pagine più di una volta e a cui voglio particolarmente bene. La puoi ascoltare alla fine della newsletter.
Concludendo, ne approfitto per augurarti delle buone vacanze, o almeno dei giorni di riposo. Questo periodo è sempre ricco di emozioni, e alcune ci mettono alla prova. Spero tu possa trovare il tuo spazio di serenità da cui osservare la fine dell’anno e il principio del prossimo. Se ti va, incartiamo un pensiero e scambiamocelo a distanza. Prendo spunto dalla bella newsletter di
e ti chiedo: c’è qualcosa di nuovo che hai imparato o hai cominciato a fare nel 2023 e che vorresti portare nel 2024? Faccio gli onori di casa e vado io per primo. Ho imparato a fare stretching tutte le mattine. Niente di che, giusto pochi minuti di esercizi semplici a cui mi dedico prima di fare colazione, per distendere i muscoli e ordinare i pensieri. E tu?A presto,
Andrea
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🗽 Newyorkesità
Di solito in questa rubrica condivido le storie che mi colpiscono andando a spasso per New York. Ogni tanto, come oggi, capita che non ne abbia nessuna in particolare da raccontare. Perciò mi limito a mostrarti questa foto che ho scattato all’arco di Washington Square Park qualche sera fa. Questo parco è stato a lungo il mio posto preferito della città, un rifugio in cui trascorrere ore su una panchina a leggere, o anche solo a guardarmi attorno, sentendomi parte di una giornata newyorkese. Negli ultimi mesi ci sono andato poche volte, attraversandolo in fretta, con la distrazione che si riserva alle abitudini. Tornarci mi ha fatto provare nostalgia e anche un po’ di malinconia.
📚 Che mi leggo?
Dopo il lancio di Threads, sono tornato a trascorrere tanto (troppo) tempo sui social network. Magari è l’entusiasmo della novità, ma ho comunque riflettuto sulla facilità con cui queste piattaforme riescono a far vacillare anche le migliori intenzioni. Se mi segui da un po’, sai che negli anni ho avuto una relazione complicata con i social network. Un tempo li usavo tutti, poi ho eliminato i profili, abbracciato il minimalismo digitale e tentato altre strade. Ho ricominciato a usarli per provare a raccontare e promuovere meglio quello che scrivo, ma non ti nego che faccio ancora fatica a trovare la mia voce, al punto che ogni tanto vorrei dedicarmi soltanto a questa newsletter, dove invece mi sento a casa. Ora sto sperimentando con Threads, ma non voglio farmi troppe illusioni. A tema social network, giorni fa ho letto con piacere il libro di Federica Micoli, “Confessioni di un’influencer pentita”. È un racconto brillante e nitido sul nostro rapporto con Instagram nell’ultimo decennio. Una lettura breve e molto scorrevole, che ti consiglio.
🎧 Poi con calma la ascolto
Di seguito trovi la canzone a cui accennavo prima e che nomino più di una volta nel nuovo romanzo. Per newsletter che parlano di libri e hanno belle canzoni alla fine, citofonare a
.
Non vedo l’ora di leggere questa muova tua creazione:)
Cose imparate quest’anno, un anno duro, graffiante e doloroso, ce ne sono state tante.. condividerò questa:
Ho imparato a trovare la gratitudine ne dolore ed affrontarlo con leggerezza.
La magia che crea la musica... Solo Valerio potrebbe spiegarla al meglio! :)
Negli ultimi anni non ho più voluto fare i conti con la fine di dicembre. Mi sono accorta che da qualche tempo ormai continuo a chiedermi, ogni santa settimana, cosa possa fare di diverso e, se mi viene in mente cosa, come lo potrei fare. Un giorno sì, e l'altro pure, mi sembra di stare sotto il giudizio divino di non so quale entità perché ogni giorno la vita, lavorativa e non, sembra volerci mettere i bastoni fra le ruote e soprattutto metterci a confronto con l'altro (e questa cosa i social te la fanno sentire molto bene)...
Per questo nel 2023 vorrei aver imparato a stare più tranquilla e seguire ciò che mi fa bene al cuore...Un po' ci ho provato, ma non mi sembra mai abbastanza. Ci proverò nei prossimi giorni con la speranza di portarmelo dietro nel 2024.
Godiamoci queste meritate feste, Camillin!