Grafite
Di parchi innevati, agende stropicciate e lingue per viaggiare
Le ultime settimane di quest’anno sono venti gelidi, zaffate di legna bruciata e marciapiedi pieni di alberi in attesa di una casa per le feste.
Di solito è il periodo dei bilanci e dei propositi, anche se stavolta mi sono reso conto (con un po’ di sorpresa) che sto resistendo alle liste di cose fatte e da fare. Intendiamoci, ho riflettuto e rifletto su quello che ho dietro, attorno e davanti, e ho anche buttato giù idee e considerazioni. Ma ho capito che manca l’urgenza. E con lei uno dei suoi fidati collaboratori: il senso di colpa.
Al di là di obblighi comuni, infatti, sto finalmente facendo pace con la fortuna di non avere molti punti sotto la voce “devi”, specialmente quando si tratta di progetti. Invece, ho molto spazio sotto la voce “potresti”, ed è lì che mi concentro.
Dato che, come sai, tra i miei (non particolarmente originali) interessi ci sono agende, taccuini, penne e cancelleria varia, mi sposto lì per dirti come mi sento.
La mia Moleskine di questo 2025 non ha più il segnalibro, tante pagine sono tenute insieme con lo scotch e, scorrendo tra le settimane passate, vedo sbavature, cancellature, appunti casuali, tentativi. Per me è una novità, perché prima trattavo tutto con grande cura, al punto da tenere diversi quaderni vuoti per mesi o anni, aspettando il momento giusto.
Ora, invece, scarabocchio, cambio pagina, faccio errori, cancello, sposto, stropiccio.
Da qualche giorno, inoltre, ho persino iniziato a usare la matita, cosa per me impensabile fino a poco tempo fa.
Quando andavo a scuola da bambino, infatti, ricordo che celebrai il passaggio dalla matita alla penna come una tappa solenne. Niente più provvisorietà, aspetta-che-cancello e soffi sulle pagine sporche di rimasugli di gomma. Da lì in poi, con la matita avrei solo disegnato. Impugnando penne-penne (bandite le penne cancellabili), mi sarei finalmente aggirato nel territorio di chi faceva sul serio.
Non è dunque una sorpresa che abbia impiegato tre decenni per fare pace con la matita. Ora l’ho accettata come uno strumento di autocompassione che riflette la disponibilità a provare, cambiare e sbagliare (anche se ammetto che una bella cancellatura a penna ha ancora il suo fascino sulla pagina).
Per celebrare a dovere questo ritorno della grafite, ho comprato la mia prima matita meccanica, una Scrikss Graph-X 0,5 mm (non prima di aver trascorso un bel po’ di tempo tra recensioni, video e un buon quarto d’ora davanti al reparto matite di Goods for the study).
Così, in questa ultima Posta Lenta dell’anno, voglio augurarti una serena fine di 2025 e di entrare in un nuovo anno ricco di esperimenti, cambiamenti e sorprese da scrivere a matita, accanto alle certezze che sceglierai di scrivere con la penna.
A presto,
Andrea
📚 Aggiornamenti di lettura
Giorni fa ho letto Il giro del mondo in 80 lingue della linguista Veronica Repetti, dopo aver ascoltato l’intervista all’autrice in una puntata di DOI - Denominazione di Origine Inventata (un podcast che ti consiglio se ti interessa la cucina e la sua storia).
Come il titolo chiarisce da subito, Repetti usa la linguistica per farci fare un viaggio non solo geografico, ma anche storico, culturale e sociale. Insieme ai passaggi che esplorano questioni e aspetti più tecnici del funzionamento delle lingue, l’autrice condivide riflessioni e curiosità che credo possano affascinare anche chi ha con la linguistica o lo studio delle lingue in generale una relazione più occasionale.
Te lo consiglio se: Ti interessa imparare cose nuove e guardarti attorno prendendo in prestito punti di vista diversi dal tuo.
🗽 Cartolina newyorkese
Domenica scorsa, la prima nevicata dell’anno. Central Park era bianco e pieno di slittini.
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Grazie! Leggerò il libro di Rapetti🙏🙏🙏
Grazie per la foto di Central Park con la neve, vorrei essere lì! Anche io non scrivo mai con la matita, non avevo pensato al tuo punto di vista.. ci farò un pensiero per la mia agenda 2026 :) Buone feste Andrea!