Vivere su un’isola, su questa isola, mi costringe a ricordarmi quanto lo spazio sia prezioso. Più passo il tempo in questa città e più credo di abituarmi, invece continuo a ricredermi, a provare stupore. Per avere spazio, bisogna fare spazio, essere disponibile a scegliere, a scoprire, a rinunciare.
Essere qui, così, per me significa allenare il muscolo del cambiamento, anche quando è indolenzito. Sto imparando ad accogliere idee, convinzioni, progetti e programmi con la stessa disponibilità che mi concedo quando capisco che devo lasciarli andare.
Compilo liste di cose da fare con meticolosità, riconoscendomi però l’indulgenza di non completarle, di aggiustare il tiro con le mie aspettative.
In questo periodo, leggo meno di quanto vorrei, lascio libri a metà ma continuo a cercare nuove storie a cui appassionarmi (ogni consiglio è ben accetto). Intanto, colleziono bozze di articoli e appoggio idee su diversi taccuini, provando a resistere alla tentazione di sentirmi in affanno.
Ho messo in pausa ogni nuovo progetto di scrittura per dedicarmi al romanzo che potrò presto condividere. Cerchio date sul calendario e mi raggiungono tante emozioni da cui mi faccio attraversare, tenendo anche quelle che mi fanno stare meno comodo.
L’altro giorno, in caffetteria, mi rigiravo tra le mani la copia bozza del nuovo romanzo, riservandole tutta la cura che potevo ancora darle. Stanco e orgoglioso, ora mi godo gli ultimi giorni che trascorrerò da solo con questa storia. Si intitola Loto e tra qualche settimana comincerà finalmente il suo viaggio.
A presto,
Andrea
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